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La perdita della vista e la depressione
Fonti di riferimento :
Robin J. Casten, PhD e Barry W. Rovner, MD
L’effetto delle malatttie oculari sulla vita di un paziente può essere devastante, perché la perdita della vista è una delle maggiori cause della perdita d’ indipendenza e che si riflette sulla qualità della vita, specialmente su quella degli anziani. I sentimenti di inadeguatezza, che ne derivano, spesso impediscono di trovare e dare un nuovo senso alla ricchezza della vita, specialmente per chi incontra queste patologie in tarda età. Le restrizioni della mobilità, come le difficoltà nella guida, lo spostarsi a piedi limitato a causa della paura di cadere), la menomazione nella elaborazione degli stimoli visivi (lettura segnali facciali non verbali). Sono i disagi più evidenti della perdita della vista.
Indice articolo:
Strategie terapeutiche
Implicazioni per la pratica
Conclusioni
Visti gli effetti invalidanti, non è una sorpresa che ci sia un alto tasso di disagio psicologico in questa fascia di popolazione. Si è visto inoltre che sapere in anticipo della progressione graduale della malattia nel tempo, viene affrontato con paura e grande angoscia emozionale.
La depressione spesso è una conseguenza nel contesto delle restrizioni che la salute impone specialmente sull’attività motoria. In effetti, i sintomi più comuni della depressione sono la paura degli effetti della salute riflessi sulla propria vita, il ritiro sociale, l’abbandono delle attività del tempo libero, la compromissione delle attività della vita quotidiana (vestirsi, lavarsi, cucinare fare la spesa) e attività strumentali della vita quotidiana (compilare il libretto degli assegni, l’assunzione di farmaci nella giusta modalità).
Questa depressione è comunemente descritta come una spirale discendente in cui le cattive condizioni di salute conducono al declino funzionale, che a sua volta porta alla depressione. Tanto che nel corso del tempo, il declino funzionale e la depressione interagiscono in modo tale che ognuno di essi ha effetto peggiorativo sull’altro, avvitandosi su sé stessi.
Recenti studi hanno dimostrato che la disabilità inizialmente causata dalla perdita della vista, è stata amplificata una volta che le persone affette hanno sviluppato la depressione.
Questi studi evidenziano il fatto che la depressione può avere un impatto negativo sulla disabilità nei pazienti con perdita della vista. Altre ricerche sottolineano la relazione inversa (l’effetto di disabilità visiva legata alla depressione). La perdita della vista può costringere i pazienti ad abbandonare le attività una volta piacevoli (hobby, bricolage, lettura), che possono ulteriormente metterli a rischio di depressione. In altre parole, la perdita della vista porta alla depressione nella misura in cui non si possono più compiere le attività.
Sintomi depressivi non percepiti possono anche avere un profondo effetto negativo sulla funzionalità. (cali funzionali )
Strategie terapeutiche
Le relazioni tra la depressione e la disabilità hanno importanti implicazioni per le strategie di trattamento della depressione. La decisione riguardante quando intervenire è spesso basata su una valutazione della gravità dei sintomi, e si interviene di solito con il trattamento quando la depressione si verifica in maniera moderata o grave. Senz’altro sarebbe quindi opportuno per il migliore interesse del paziente, cambiare tendenza ed intervenire precocemente, in un momento in cui i sintomi sono più miti e forse più gestibili, in modo che la depressione più grave e il conseguente peggioramento della disabilità possano essere prevenute. Ciò richiede tattiche su larga scala per indicare una strategia (protocollo) di indagini diagnostiche con misure abbastanza sensibili per catturare anche un paio di sintomi depressivi.
La depressione può erodere sentimenti di auto-efficacia, lasciando le persone con la convinzione di non poter compiere più nulla. La riabilitazione rappresenta un’ottima opportunità per affrontare tutte queste questioni e, successivamente, alleviare la depressione.
Le strategie riabilitative con l’insegnamento di tecniche nuove, da figure professionali qualificate, per riuscire a svolgere le attività in modi alernativi, possono rimettere in gioco i sentimenti verso un ritrovato controllo e una nuova indipendenza. Inoltre, consentono di rendersi conto che c’è ancora la possibilità di partecipare ad eventi sociali e altre attività divertenti. Migliorare l’umore è di vitale importanza per aiutare a superare la depressione.
Implicazioni per la pratica
La consapevolezza dei servizi disponibili (riabilitazione visiva, gruppi di sostegno, formazione per la mobilità) per gli ipovedenti unita alla volontà ed il coraggio in prima persona di seguire un percorso. possono migliorare sensibilmente l’umore e il senso di competenza. Tecniche psicoeducative che facilitano lo sviluppo di capacità efficaci di problem-solving, in particolare per quanto si riferiscono a trovare nuovi metodi per completare le attività di tutti i giorni, sembrano essere utile. Se clinicamente importanti sintomi depressivi persistono nonostante questi interventi, i farmaci antidepressivi possono essere utili. Infine, lo psichiatra può aumentare la consapevolezza dell’importanza e degli effetti negativi della depressione oftae collaborare con loro per fornire cure ottimali.
Conclusione
Seguendo queste linee, la ricerca futura dovrebbe concentrarsi sulla formazione degli oculisti per nuovi protocolli di screening in modo da essere in grado di valutare in maniera efficace i primi sintomi depressivi e dare un riferimento appropriato ai pazienti con disabilità visive, e così intervenire con le terapie adeguate . Inoltre, sono necessarie delle nuove modalità per poter incorporate questi strumenti come interventi di assistenza oftalmologica di routine.
Nella sezione Biblioteca: pubblicazioni potrete trovare:
Una lettura in chiave psicologica e psicosociale dell’ipovisione di Barbara Mozzati