Cecità, dagli Stati Uniti arrivano occhiali e microchip che “donano” la vista. Realizzato presso l’Università di Stanford, il dispositivo non ha bisogno di connessione via cavo e permette di vedere anche “oltre i contorni”
Una ricerca statunitense dona nuove concrete speranze alle persone non vedenti di riacquisire la vista dei contorni, “e anche oltre”. Merito di un paio di occhiali speciali sviluppato dall’Università di Stanford e di un microchip impiantato nella retina in grado di funzionare autonomamente, senza cioè il bisogno di cavi di connessione. Si tratta di un sistema che consentirà la piena libertà di movimento, consentendo ad esempio di imparare a nuotare in autonomia.
Uno strumento indipendente – Il merito principale dell’ateneo americano è quello di aver risolto il problema dell’alimentazione per un periodo lungo del dispositivo. Il microchip è infatti dotato di un “arco voltaico” che consente la sua ricarica grazie all’interscambio continuo di dati. In pratica gli occhiali agiscono da telecamera, acquisiscono le immagini e le trasmettono al microchip. Quest’ultimo, a sua volta, è collegato al nervo ottico. La ricerca made in Usa ha prodotto di recente altri tipi di tecnologie per donare la vista a chi non ce l’ha, come nei casi della mamma cieca che è riuscita a vedere suo figlio grazie a un paio di occhiali e dell’occhio bionico installato su un 68enne.
Disponibili fra qualche anno – “Il sistema – sottolinea Andrea Cusumano, docente di oftalmologia presso l’Università Tor Vergata – è in fase avanzata di sperimentazione, e attende l’approvazione dell’Fda per poter avviare i test sugli uomini”. I ricercatori americani hanno così risolto, aggiunge il docente, “i problemi degli impianti retinici attuali, più invasivi perché necessitano di una connessione dei microchip con un cavo a un dispositivo che si devono portare con se negli spostamenti”. Le prime applicazioni pratiche del nuovo dispositivo, secondo Cususmano, richiederanno “qualche anno”.