Ascolta l'articolo
|
Con un sistema di scambio di segnali via Bluetooth, i non vedenti riceveranno informazioni su punti d’interesse ma anche su eventuali ostacoli: sabato a San Marco la sperimentazione.
L’utilizzo dei “beacon”, lo riportano i quotidiani locali, avrà almeno due scopi principali: essere d’aiuto a non vedenti e ipovedenti nei loro movimenti attraverso la città e regolamentare in modo efficace l’afflusso dei turisti in entrata e in uscita da Venezia. Ma cosa si intende con “beacon”? Si tratta di una tecnologia basata sul Bluetooth, che consente di collegare due dispositivi in modo che possano trasmettere e ricevere piccoli messaggi entro brevi distanze. In poche parole, consiste di due parti: un presentatore (un dispositivo beacon) e un ricevitore (un’app per smartphone), il primo comunica informazioni al secondo grazie a un semplice paio di cuffiette audio.
Sabato mattina quattro cittadini non vedenti hanno partecipato alla sperimentazione del sistema, percorrendo il tratto dalle colonne del Todaro al museo Correr, cercando di orientarsi solo grazie all’utilizzo dell’app sviluppata dalla società A4Smart, con la collaborazione della londinese Wayfindr e dell’Università degli Studi di Milano. Lungo il percorso è stata posizionata una rete di “beacon” che indicava agli utenti ostacoli da evitare (cose e persone) ma anche luoghi di interesse con relativa descrizione storica e culturale: una guida turistica digitale a tutti gli effetti.
Ma le capacità dei “beacon” non si limitano alla trasmissione del segnale, anche la ricezione è infatti possibile, e proprio in virtù di questa seconda funzione gli sviluppatori prevedono un utilizzo legato anche al conteggio dei turisti. In che modo? La rete di “beacon” riceverà segnali Bluethoot dalle persone di passaggio e li ritrasmetterà a una centrale operativa che potrà così stabilire il preciso numero di persone in una determinata area.
Questa tecnologia, la cui sperimentazione è stata condotta a Venezia per la prima volta in Italia, è tanto utile quanto accessibile, visto il prezzo modico che corrisponde a qualche decina di euro come spesa media per utente. Per di più una sua effettiva applicazione – specie in contesti come stazioni ferroviarie e terminal aeroportuali – rappresenterebbe un passo positivo verso le richieste dell’Unesco, che ha preteso dal capoluogo lagunare una regolamentazione efficace dell’afflusso turistico.
Articolo originale su Venezia Today leggi qui