Viaggiare da soli con un deficit visivo

Io seduta sul treno col mio bastone bianco
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Il distanziamento sociale durante il Covid-19, ha significato per noi, con deficit visivo: l’ isolamento sociale.

Anche se non siamo ancora usciti dalla pandemia, con un vaccino a disposizione e con le dovute precauzioni,  potrebbe essere un buon momento per riconnetterci col mondo, viaggiando!

Se non sei abituato a viaggiare in autonomia, questa cosa ti potrebbe spaventare, ma è tutta una questione di organizzazione ed uscire dal  loop dell’ immaginario collettivo condizionante e stereotipato, che  da sempre, è quello che se non vedi… non puoi fare nulla in autonomia.

Che tu sia non vedente o abbia a che fare con problemi di vista, hai solo bisogno di nuovi modi per applicare ciò che già sai sulla navigazione nel mondo, per questo è molto importante pianificare il tuo viaggio, e lasciare poco al caso. Turismo e viaggi non richiedono la vista, scoprirai presto che i tuoi sensi dell’olfatto, del tatto, dell’udito e del gusto forniscono tutto ciò di cui hai bisogno, per goderti le meraviglie del nostro pianeta e della sua gente.

Ora, diamoci da fare per i tuoi viaggi:

Pianificazione delle cose più importanti da organizzare:

  • Scegliere una destinazione

  • Valutazione dell’accessibilità

  • Valuta l’assistenza di cui hai bisogno – Chiedi assistenza negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie

  • Prepara i documenti (se ti accompagnerà) del tuo cane da assistenza

  • Acquisizione di documenti di identificazione e Covid pass

  • Segnalatevi in base ai mezzi di trasporto che andrete ad utilizzare

  • Aggiornamento di tecnologie, attrezzature e dispositivi

  • Aggiornare le  prescrizioni mediche, farsi le vaccinazioni 

  • Affrontare le esigenze dietetiche

  • Fare le prenotazioni

  • Dire alle persone dove stai andando

  • Fare le valigie

Pianificazione

La preparazione ripaga, quando si pianifica una vacanza, specialmente una vacanza turistica per persone ipovedenti. È una buona idea iniziare diversi mesi prima pianificare la partenza. Puoi pianificare tutto da solo oppure affidarti  a Tour Operator o  Agenzie specializzate in viaggi accessibili purché siano affidabili e con esperienza. Troveranno soluzioni su misura per te, in base alle tue particolari esigenze  sia che viaggi da solo, in coppia, con famiglia, gruppi di amici etc. oppure possono offrire anche la  possibilità di viaggiare con altre persone ipovedenti e con guide vedenti professionali.
Assicurati solo che abbiano una buona esperienza con i viaggiatori ipovedenti. 

Esaminiamo alcune delle cose più importanti da programmare:

Scegliere una destinazione

Se sei indeciso su dove viaggiare, puoi affidarti alle proposte dei tour operator specializzati di cui sopra, oppure pensa a luoghi che accendono i tuoi  sensi,  pensa alle cose che ti hanno da sempre intrigato, come ad esempio :

La spezia del cibo tailandese – L’aroma di una pasticceria francese – Il tocco di una brezza caraibica – I suoni della musica mediorientale.

A proposito del mito che i ciechi abbiano dei super sensi, è falso: semplicemente ci affidiamo di più a loro perché non abbiamo la vista su cui fare affidamento, di sicuro abbiamo altri super poteri questo sì!  😉

Inoltre cerca articoli on-line sui viaggi d’ avventura o sul turismo urbano e chiedi ai tuoi amici ipovedenti sui blog  di condivisione, idee su cosa fare e dove andare. Una volta che hai preso una decisione, è il momento di capire come sfruttare al meglio il tuo viaggio. (Se cerchi personaggi ai quali ispirarti leggi alla fine di questo articolo)

Valutazione dell’accessibilità

Alcune grandi città sono organizzate su griglie facili da navigare. I villaggi remoti potrebbero avere poche caratteristiche di accessibilità, ma la scelta dipende solo da te e dal tipo di vacanze che stai cercando.

Nazioni, stati e aree metropolitane di solito hanno uffici del turismo e siti web per i turisti. Informati presso  questi siti alla ricerca di risorse per le persone con problemi di vista e cecità. Più impari sull’accessibilità della tua destinazione, meglio ti organizzerai con il resto dei tuoi preparativi.

Valuta l’assistenza di cui hai bisogno

A volte dopo aver viaggiato con un compagno, decidi che preferisci andare da solo. Assicurati solo di valutare molto bene i pro e i contro di ogni tua scelta.

Valuta che se chiedi ad un amico vedente o ad un familiare di accompagnarti, puoi dedicare più tempo a divertirti e meno tempo alle distrazioni o seccature di  quando navighi in un ambiente nuovo. Inoltre avrai qualcuno con cui condividere i ricordi per gli anni a venire. Ma questo dipende solo da te e al grado di autonomia acquisita.

Chiedi l’assistenza speciale PRM negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie clicca qui

Viaggio spesso da sola, e personalmente la richiedo sempre. E’ un buon modo per iniziare la tua vacanza o un tuo spostamento in un luogo sconosciuto. Molte di queste difficoltà sono abbastanza scoraggianti per far rimanere molte  persone a casa. Ma se sei arrivato fino qui, non ti scoraggi così facilmente. Hai solo bisogno di una guida specifica per le modalità di viaggio più probabili.
Per prenotare l’assistenza dovrai informare la  compagnia aerea su cui viaggi o il sito della Sala Blu se viaggi in treno . Il personale attento e appositamente addestrato si prenderà cura di te offrendo il necessario supporto durante tutto il viaggio.

Prepara i documenti se nel tuo viaggio ti accompagnerà il tuo cane da assistenza

Se hai un cane da assistenza, in base ai paesi che visiterai probabilmente dovrai presentare i certificati  delle vaccinazioni del tuo cane e qualsiasi altra informazione sanitaria pertinente. Clicca qui

Segnalatevi in base ai mezzi di trasporto che andrete ad utilizzare

Un requisito fondamentale per viaggiare in sicurezza,  anche se sarai in compagnia di un normovedente, è quello di segnalare sé stessi agli altri, tramite il bastone bianco oppure tramite il laccetto girasole. Questo ci identificherà, in generale, al personale di servizio, perché permette di identificare con chiarezza una persona che necessita di un’attenzione diversa e allo stesso tempo riduce alla stessa notevolmente lo stress, grazie alle agevolazioni che sono previste. Basta infatti rivolgersi direttamente al personale e chiedere ciò di cui si ha bisogno.

Acquisizione di documenti di identificazione e Covid pass

Ci sono sempre problemi burocratici imprevisti coinvolti nell’ottenere la documentazione dei passaporti. Fallo non appena scegli la tua destinazione.

Assicurati delle restrizioni vigenti nel paese della tua destinazione e se quello da te scelto contempla anche la quarantena Covid-19 nonostante il Green pass europeo. Porta le copie dei verbali attestanti la tua disabilità.

Aggiornamento di tecnologie, attrezzature e dispositivi

Fai una lista di controllo degli ausili che usi ogni giorno. Sono in buone condizioni o dovrebbero essere sostituite o riparate? Assicurati di avere abbastanza batterie e caricatori, con adattatori che corrispondano alle spine utilizzate nella tua destinazione (Altre regioni del mondo hanno spesso formati di spine e prese elettriche diversi dal nostro Paese). 

Potresti anche prendere in considerazione la possibilità di ottenere duplicati per oggetti che potrebbero essere persi o rubati (Ho sempre un bastone bianco di scorta in valigia)

Inoltre, decine di app per smartphone possono aiutarti con cose come posizioni GPS e descrizioni audio del tuo ambiente. Ad esempio, Be My Eyes è un’app che mette in contatto gli utenti con volontari in grado di descrivere oggetti visibili dalla fotocamera di uno smartphone.

Aggiornare le prescrizioni mediche, farsi vaccinare

Verificare con il proprio medico e farmacista per assicurarsi che tutti i farmaci e le prescrizioni non siano scadute. Se stai andando all’estero, informati sulle vaccinazioni) di cui avrai bisogno.

Si consiglia di vaccinarsi  almeno un mese prima della partenza per rafforzare le proprie immunità.

Far fronte alle esigenze dietetiche

Se sei un consumatore schizzinoso, va bene, evita solo le cose che non ti piacciono. Ma se hai dei requisiti di salute specifici (senza glutine, specifici per il diabete, ecc.), Allora devi iniziare a pianificare come nutrirti durante il viaggio.

Mentre selezioni le destinazioni, cerca ristoranti e altre fonti di pasti che possano soddisfare le tue esigenze. Questo, richiede molto tempo perché la maggior parte delle destinazioni turistiche ha una vasta gamma di offerte di cibo. Questo sottolinea il motivo per cui devi iniziare presto i tuoi piani di viaggio.

Fare le prenotazioni

Cercare di fare tutto bene al momento della prenotazione del tuo viaggio può essere un esercizio di frustrazione se provi a fare tutto da solo. Questo è il motivo per cui molti vacanzieri preferiscono utilizzare agenzie di viaggio e compagnie di viaggio specializzate in viaggi accessibili. È il loro lavoro fare tutto per bene.

Quando prenoti on-line, voli e pernottamenti in hotel, assicurati di includere tutte le sistemazioni speciali di cui avrai bisogno. Se scopri di aver prenotato tutto senza fare clic, circa le informazioni sulla tua disabilità visiva, prenditi del tempo per trovare una pagina del servizio clienti in cui puoi ricontrollare le loro politiche di accessibilità.

Dire alle persone dove stai andando

Assicurati di creare un itinerario dettagliato dei tuoi viaggi che hai pianificato, soprattutto se viaggi da solo. Anche se hai un compagno di viaggio, c’è sempre la possibilità di separarti per ore o forse giorni, a seconda delle ambizioni dei tuoi piani di viaggio.
Lasciarsi alle spalle un itinerario aiuta anche le persone a casa di coordinare i loro sforzi, se hanno bisogno di rintracciarti per un’emergenza familiare.

Fare le valigie

Non dimenticare che avrai dei limiti sui bagagli sia di dimensione che di peso.

Gli zaini sono una soluzione ideale per avere le mani libere…una sarà sempre impegnata col bastone bianco, o nel tenere il tuo cane oppure agganciata al braccio di qualcuno.

E’ buona cosa rendere i propri bagagli riconoscibili, personalmente uso delle foderine per trolley con fantasie particolari, basterà descriverla al tuo assistente di turno, per facilitargli il compito di recupero e dI identificazione della valigia sul nastro trasportatore.

Foto bagagli riconoscibili: Trolley con foderina raffigurante dei gatti stilizzati, il mio bastone bianco, e zaino con laccetti colorati

Fai sempre le valigie il più leggere possibile e porta solo le cose che sai che tu (e il tuo cane da assistenza) saranno necessarie

So che tutto questo che ho scritto, ti possa far sentire sopraffatto, ma se questi consigli, li diluisci nel tempo, è più semplice fare che dire. Per me oramai, la programmazione di un viaggio o di un semplice trasferimento, è diventata una routine, che faccio in maniera automatica.

Siamo in un mondo dove le persone sono incredibilmente impegnate, ed attendere i tempi e le disponibilità altrui, tolgono irrimediabilmente tempo non vissuto, alla tua  vita.

Buon viaggio!🛫🚀🚊

Se hai bisogno di ispirazione, prendi in considerazione il caso di James Holman, un inglese  cieco, i cui viaggi intorno al mondo lo hanno reso una celebrità all’inizio del 1800. In un’epoca in cui i ciechi erano stigmatizzati e le risorse non eranoo facilmente accessibili, Holman ha insistito per sperimentare tutto ciò che il suo mondo aveva da offrire. Ad ogni modo se hai bisogno di un esempio più recente, dai un’occhiata a Tony the Travellerche è totalmente cieco, parzialmente sordo e autore di tre e-book sui suoi viaggi in solitaria in tutto il mondo.

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Dipingere attraverso il tatto

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Niente è impossibile: questo uomo non vedente crea dipinti pieni di colore attraverso il tatto.

John Bramblitt è un artista che vive a Denton in Texas, la sua arte è presente ormai in più di trenta Paesi ed è apparso a livello internazionale sulla stampa, in TV e in radio. E ‘ stato ospite di CBS Evening News con Katie Couric, ABC, NBC, FOX, Discovery Channel e BBC Radio e TV, solo per citarne alcuni. Sono sue le opere d’arte su numerose copertine di riviste, e  per grandi produzioni cinematografiche. E’ stato pluripremiato per i suoi cortometraggi “Line of Sight’ e ” Bramblitt.   Bene, John Bramblitt è cieco.
Le conseguenze di una grave epilessia lo hanno  lasciato completamente cieco.

Bramblitt è anche l’autore del premiato libro, “Gridando nel buio”. Attualmente lavora come consulente per i musei che intendono  sviluppare progetti per includere tutti i visitatori – indipendentemente dalla loro capacità o disabilità. ” Gridando nel buio” è la storia della vita di Bramblitt, il suo viaggio  attraverso quel territorio per lui nuovo della cecità, e di come ritrova la gioia di vivere attraverso la passione per  l’arte.

Prima della sua cecità, John aveva studiato presso l’Università del North Texas a Denton, in Texas, dove si è laureato con il massimo dei voti. Quando Bramblitt perse la sua vista nel 2001, a causa di complicanze dell’epilessia e del morbo di Lyme, le sue speranze di diventare un insegnante di scrittura creativa, andarono in frantumi affondando in una profonda depressione. Si sentiva scollegato dalla famiglia e dagli amici, alienato e solo. Ma poi qualcosa di stupefacente è accaduto nel scoprire la pittura. John all’età di  trent’ anni  non aveva mai dipinto. Ha imparato a distinguere le diverse vernici colorate sentendo con le dita le diverse consistenze. Da autodidatta ha imparato a dipingere utilizzando linee in rilievo, in modo da aiutarsi nel trovare i riferimenti sulla tela     (visualizzazione tattile) e per “vedere” i suoi soggetti attraverso il tatto. Ora dipinge ritratti sorprendentemente realistici di persone che non ha mai visto – tra cui la moglie e il figlio.

Per approfondimenti:
http://bramblitt.myshopify.com/pages/about-us

 

 

 

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Blind Chef Anthony Andaloro e la sua missione

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Io e Anthoni con vista sull’arcipelago delle EolieOggi per me, è una giornata speciale, perché è venuto a trovarmi a Vulcano, lo chef non vedente Anthony Andaloro.  Perché sono felice di averlo qui? Perché oltre che essere un caro amico, per me è un esempio ispirante e motivante di come una persona, una volta affrontata e misurata la propria disabilità fisica, può riuscire a  trovare in sé quei talenti e quelle nuove abilità per  reinventare la propria vita quando accade l’imprevisto.

Laura : “Grazie Anthony per essere qui oggi e per aver accettato di parlarci di temi importanti che vanno aldilà della copertina patinata del tuo successo mediatico.”

Anthony: “Grazie a te, Laura, per avermi invitato per questa intervista, e ti ringrazio anche per il percorso sensoriale eno-gastronomico che mi hai fatto sperimentare oggi qui a Vulcano, è un piacere essere ospite tuo e di “Tu con i tuoi occhi”. Come ben  sai, mi reputo una sorta di missionario, nel senso che cerco di far arrivare dei messaggi precisi soprattutto a quella parte di società un po’ bigotta, perché  siamo ancora discriminati pesantemente, in ogni campo e a ogni livello, e il mio impegno è sensibilizzare alla solidarietà, per questo sono felicissimo che tu mi abbia voluto dare modo di parlarne.”

Laura: “Per fare chiarezza direi subito di toglierci l’impiccio principale: hai voglia anche tu di fare coming out, cioè di dichiarare apertamente in cosa consiste la nostra disabilità? Perché noi due condividiamo la stessa problematica: si tratta di una patologia genetica progressiva e invalidante, denominata retinite pigmentosa. A me è rimasto, per ora, un residuo visivo utilizzabile del 10%. E tu Anthony?”.

Anthony: “Come hai detto tu, anch’io sono affetto da retinite pigmentosa e praticamente sono cieco totale nell’occhio sinistro e cieco assoluto nell’occhio  destro, ma ci tengo a precisare che questa cosa non ha bloccato la mia vita, anzi, mi ha spronato a re-inventarmela per dimostrare, soprattutto a me stesso e anche a chi mi stava accanto, che la disabilità non mi poneva dei limiti invalidanti.“

Laura: “A differenza di alcuni anni fa, oggi  c’è un inversione di tendenza, non si tiene più  nascosto chi vive una disabilità. Ora  l’accento non cade più su ciò che  non possiamo fare, ma su ciò che possiamo fare convivendo con una disabilità. Quindi il disabile si sdogana, uscendo dallo stereotipo dell’immaginario collettivo. Cambia l’immagine del disabile derelitto ricoperto di cenci e dall’espressione triste e disperata dipinta in viso, finalmente, visto che questa immagine stride e destabilizza, e viene sostituita con una nuova veste, oserei  dire emancipata.”

“Anthony: “Esattamente, il disabile è visto come un pacco postale e  questo è una convinzione da combattere, quello che ho voluto dimostrare è che siamo persone veramente speciali perché riusciamo, attraverso il potenziamento degli altri quattro sensi, a compensare e ad arrivare ugualmente ai nostri obiettivi.  E’ audace affermarlo, lo so, ma sviluppiamo molto anche il sesto senso, (anche se finora non è stato dimostrato scientificamente, esiste), perché lo viviamo e lo sperimentiamo tutti i giorni. Noi disabili vogliamo dimostrare a tutti che un handicap fisico non vuol dire anche ritardo mentale, non siamo persone stupide, abbiamo intelligenza, abbiamo un cuore, abbiamo dei sentimenti, vediamo ugualmente ma in maniera diversa, e abbiamo tanta forza per vivere.”

Laura:  “Attento, Anthony! Stiamo dando un’immagine sovversiva di noi stessi, stiamo evadendo dal nostro recinto! – rido – In realtà, la vita molte volte risulta spaventosa per chi vive la disabilità, ma non tutti però vivono nella paura.”

Anthony: “Assolutamente, non tutti vivono nella paura, io l’ho accettata e sto bene nella mia disabilità, perché riesco a percepire quello che non riuscivo a percepire da normovedente. Oggi mi sento una persona realizzata. Sono una persona caparbia, sono un leone dentro e fuori, una roccia. Mi piego ma non mi spezzo e lo scopo che  voglio perseguire con  impegno  è  toccare i cuori di quelle persone che purtoppo non riescono a vedere oltre il proprio naso perché accecati dai pregiudizi. Vorrei riuscire a dar loro una scossa, a far loro rivedere le proprie convinzioni e far loro  rivalutare la visione distorta che hanno di noi, perché siamo prima di tutto degli individui con una gran voglia di vivere e pronti a dare il massimo come parte di questa società. Purtroppo la maggior parte di noi vive sulla propria pelle le conseguenze atroci di questa discriminazione, la perdita dell’autostima per esempio, ma non tutti siamo uguali e ci sono differenze da  soggetto a soggetto. Per quanto mi riguarda ribadisco che le avversità non mi fanno paura, non mi bloccano, tutt’altro: mi danno la forza di combattere con tenacia  per dimostrare che sono capace di fare  tutto.”

Laura: “Naturalmente, questo dover sempre dimostrare diventa la nostra condanna. Cosa che potremmo evitare se ci fosse sufficiente informazione e una buona dose di educazione civica. Questa lotta ci richiede uno sforzo maggiore, perché rispetto agli altri partiamo già con un segno meno, e questo ci fa spendere una quantità impressionante di tempo e di energia per dimostrare, invece,  che quel meno può essere  un più.”

Anthony: “Verissimo,  Il nostro cervello lavora sempre, non sta fermo neanche la notte, come dico spesso: io non ho un cervello ma un processore Intel i7! Perché devo ricordare tutto,  devo ricordarmi dove metto le mie cose e guai se qualcuno  della mia famiglia me le sposta. Non posso passare la vita a chiedere a tutti “Scusa dove è finito questo o quello?”, perché voglio essere autonomo, sono io che mi devo organizzare e non devo essere io ad adattarmi a loro, ma è la mia famiglia che deve rispettarmi per contribuire così a rendermi totalmente indipendente. Pensa che molti non si accorgono subito della mia condizione, a volte mi accusano addirittura di essere un falso cieco!  Non è che sono un falso cieco, sono soltanto una persona con una forza non indifferente che cerca di essere normale e autonoma.”

Laura: “La retinite pigmentosa (come molte altre patologie oculari) ha diverse fasi, purtroppo inesorabili, e com’ è umano che accada, insieme all’adattamento fisiologico del progredire della malattia, ne conseguono ripercussioni anche sul  lato emotivo. Non mi risulta difficile immaginare che avrai toccato tutta la gamma degli stati d’animo possibili: dalla frustrazione all’avvilimento, all’impotenza nei confronti di qualcosa che non è da te controllabile e che non puoi impedire. La depressione è stata presente nella tua vita?”

Anthony: “Si sono entrato in un tunnel depressivo che è durato due anni mezzo,  mi sentivo completamente abbandonato a me stesso. Poi grazie a mia moglie, che mi ha spronato forzandomi a fare una scelta o il nostro rapporto poteva dirsi concluso, ho scelto  di vivere e di combattere. Ho compreso che restare in quello stato non avrebbe portato niente di utile né a me e né alla mia famiglia. Lei mi ha ricordato com’ero prima della cecità, ovvero  caparbio nel conseguire i miei obiettivi. Mi sono rialzato in piedi, dopo aver toccato il fondo, e ne è valsa la pena.”

Laura:  “Il nostro è uno Stato che predilige la politica assistenzialista, gli risulta più facile. Con dati alla mano, la metà delle patologie oculari che si sviluppano nella Comunità Europea potrebbero essere curate tempestivamente e risolte  tramite un’adeguata campagna d’informazione e di prevenzione. Questo avrebbe come effetto un enorme risparmio, dimezzando  l’impatto  sulle casse della Sanità pubblica.

Anthony: “Qui tocchiamo un tasto veramente dolente perché credo che noi siamo poco assistiti e tutelati dallo Stato e mi assumo la piena responsabilità di quanto sto dichiarando, perché siamo veramente dimenticati, siamo l’ultima ruota del carro. Le classi che andrebbero tutelate sono le prime a essere inghiottite nei tagli delle logiche politiche ed economiche, siamo considerati solo dei numeri e non delle persone. Io mi aspetterei  da coloro che ci dovrebbero tutelare, tipo l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, qualcosa di più, però, purtroppo lo abbiamo verificato, a volte anche loro hanno i paraocchi come molte persone vedenti. Non riescono a vedere oltre perché l’informazione manca e la prevenzione è fondamentale, anche se per le patologie genetiche, come la nostra,  il traguardo è sempre lo stesso. Però oggi come oggi, nel terzo millennio,  ci sono tante  nuove tecnologie a nostro supporto, la scienza va avanti e si potrebbe rallentare il decorso della malattia.  Però si pensa solo al Dio denaro, non valutando che dietro a queste patologie ci sono delle persone che soffrono. Oggi, nonostante la mia sofferenza, grazie alla mia forza sto andando avanti, sto cercando di trasmettere il messaggio che è possibile andare avanti e avere una buona qualità di vita. Ogni soggetto, però, è un caso a sé, c’è chi si abbandona alla disperazione e chi reagisce. Invito  tutti coloro che sono come noi, non vedenti o ipovedenti, a reagire e a  combattere per i nostri diritti, perché in Italia pare che ci siano solo doveri, ma i diritti dove stanno?”

Laura: “Quindi mi stai dicendo che non siamo dei privilegiati?”

Anthony: “Assolutissimamente no, anzi lo posso affermare portando la mia esperienza personale:  l’Inps che cosa fa a un soggetto affetto da  retinite pigmentosa, di cui  si conosce benissimo l’iter?  Lo fa soggetto a revisione! Cosa si aspetta? Il miracolo? E’ uno spreco di tempo e di denaro! Perché una persona affetta da retinite pigmentosa o dalla malattia  di Stargardt, non può migliorare. La sua disabilità quella è e quella rimane, se perdi la vista quella non torna più, quindi perché sprecare del denaro pubblico in questo modo? Parliamo di tagli alla Sanità  e sperperiamo denaro pubblico in cose assurde,  con dei paradossi allucinanti. Se l’Inps crede ancora nei miracoli ben venga, sarei felice di abbandonare la mia pensione assieme alla mia disabilità e ritornare a essere un normale vedente. Non ho scelto io di essere non vedente.”

Laura: “Anthony un’ultima domanda, che cosa sogni per la tua vita?”

Anthony: “Non sogno il successo, e tra l’altro quello che  ho avuto fino a oggi non me l’aspettavo davvero.  Sogno una vita serena,  una società dove sia possibile amarsi per quello che si è e si possa apprezzare le persone diversamente abili per quello che hanno e non per quello che non hanno. Quando sento la parola handicappato mi dà un po’ fastidio perché per me il vero handicap è  l’ignoranza, il peggiore degli handicap. Io sono un diversamente abile, non ci vedo, ma ho tutte le altre funzioni al top del top.”

Laura : “E con questo per ora vi lasciamo, ringrazio lo chef Anthony Andaloro per la sua preziosa testimonianza. Che dici,  Anthony, ce lo facciamo un brindisi?”

Anthony: “Con grande piacere,  brindiamo a noi e a tutti voi con una fantastica Malvasia.”

 autoscatto: io e Anthony

Arrivederci a presto da “Tu con miei occhi”, vi ringraziamo per averci dedicato un po’ del vostro tempo.

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Individuare gli oggetti come i pipistrelli

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Le persone cieche  potrebbero individuare gli oggetti come un pipistrello,’ lo afferma un nuovo studio.

Alcune persone hanno possibilità incredibili per determinare la posizione degli oggetti “silenti” semplicemente attraverso gli echi, e la nuova ricerca stabiisce che questo talento si basa su un ottimo udito in entrambe le orecchie. In conclusione i risultati  dimostrano come alcune persone con disabilità visiva o cecità potrebbero usare gli echi per aiutarli a navigare nel mondo, l’Università di Southampton ci ha riferito che In un prossimo futuro, una web-app sarà lanciata e permetterà al pubblico di testare su se stessi alcuni di questi esperimenti e vedere se sono in grado di individuare gli oggetti “come un pipistrello.”

I risultati sono stati pubblicati in una recente edizione della rivista Hearing Research.
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