il nuovo Braille per “tutti”: il font universale per ciechi e per vedenti

Braille Neue
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Braille Neue, un codice di scrittura per non vedenti che coincide con le lettere dell’alfabeto.

Il designer Kosuke Takahashi ha sviluppato un font chiamato “Braille Neue” che armonizza l’alfabeto romano standard con il braille, l’alfabeto tattile usato da persone con problemi di vista. Il nuovo font correla ogni carattere braille direttamente con la sua controparte romana nell’alfabeto e con il suo partner arabo nel sistema numerico, creando un rapporto uno a uno che può rendere leggibile qualsiasi testo contemporaneamente sia in inglese scritto che in braille.

Il Braille è solo un sistema di caratteri (al contrario di una lingua completamente diversa), quindi ogni carattere in braille indica già direttamente una lettera nell’alfabeto romano. Tuttavia, le rappresentazioni tattili di quei caratteri non sono state progettate per assomigliare alla forma delle lettere visive: una “A” in braille, in altre parole, non è una serie di punti a forma di “A”. Il Braille Neue modella in modo creativo i suoi caratteri romani per conformarsi al braille standard, creando un font doppiamente utile che include le persone con problemi di vista.

schema di corrispondenza dei sistemi Braille e Braille Neue

Per progettare questo carattere, Il designer Takahashi ha iniziato partendo dalla base della griglia braille. Cercava di disegnare i caratteri giapponesi collegando i punti, ma poiché non riusciva a spostare i punti in braille, per non distruggere la leggibilità del braille, doveva essere più creativo con le forme delle lettera stesse. “Le linee erano tutte incasinate e avevano forme terribili”, dice. La disposizione sembrava semplicemente incompatibile con le forme complicate delle lettere. Così cambiò direzione, ricadendo nell’alfabeto latino più semplificato per dimostrare il concetto. L’alfabeto latino stato molto più facile da gestire, anche se ammette che le  forme di testo “I” e “V” sono ancora troppo difficili da leggere, quindi si riserverà di rivederle in futuro. Dopo aver sviluppato una certa scioltezza con la sua tecnica, ora è tornato al carattere giapponese.
I risultati parlano da soli e Takahashi immagina che il Braille Neue potrà inaugurare un’ era più inclusiva per il wayfinding, cioè i cartelli informativi per l’orientamento e altri elementi grafici negli spazi pubblici. “Il più grande vantaggio è che un segno può funzionare per tutti ovunque”, afferma Takahashi. “Inoltre, questo carattere non richiede che il Braille occupi spazio aggiuntivo per i segni.” Spera di implementare il Braille Neue da qualche parte alle Olimpiadi e Paraolimpiadi di Tokyo del 2020.

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Visual simulation experience

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The simulation activities that I bring to schools, libraries or social gatherings, as well as increasing awareness of the skills necessary for the management of disability, allow us to give an idea of ​​the potentials of people with disabilities whom, very often, aren’t considered at all. But above all it allows to change negative and stereotypical attitudes towards people with disabilities. To improve communication and interpersonal relationships among young people, it is important to encourage the process of understanding by actively doing what disabled people do to adapt and cope, by tackling the problems that  disability entails.

“Understanding how a person with serious visual problems (visually impaired), can move and what difficulties one has to face, becomes easy thanks to the help of the white cane and of simulators that reproduce the different pathologies. It allows children to enter my world without misunderstandings, without filters. The perception of the known environment changes inevitably. Even the most familiar place for us can hide obstacles and unpleasant difficulties when our field of vision is compromised. Our senses adapt more or less quickly to allow us to survive the change and get by, always and in every situation, as we become familiar with our changed condition. This happens to anyone.

Being projected in this new dimension provokes a series of predictable, inevitable, yet surprising reactions. The discomfort, the annoyance, the disorientation of the first moments are gradually replaced by the attention to the present, to what we “feel” around us without being able to see it, and by sudden changes of our logical process (for example, rapid research of solutions for overcoming that obstacle that impedes movement) by a deep focus on auditive, tactile, olfactory solicitations that would usually get lost into the background. The transformation becomes evident: we are the same as before, but we are different. We have been forced to reduce our field of action, we have narrowed our objective visual boundaries, and we have become aware of our limitations, it is true. We have also, however, discovered new resources within ourselves to adapt and overcome even what might seem insurmountable. We are ready to welcome another vision of ourselves, ready to offer ourselves to the world as we are. Without fear and without shame. The inalienable right to existence expressed in the condition of dignity proper to every human being. “

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School project

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It is an original and engaging path, dedicated to the students of primary schools, middle and upper secondary schools, who deal with a delicate topic, namely disability.

Video:

The approach is that of a journey into a world perceived in a new way. The close proximity to one another facilitates empathy and, only by putting ourselves in the shoes of others, we can share their feelings, their point of view, and naturally arrive to the point of welcoming any kind of diversity. “You with my eyes,” is a journey that wants to involve schoolchildren to accompany them on the path of acceptance and understanding. There is immersed in the process that allows us to experience what moves our feelings. Listening, perception, empathy. Openness to new experiences plays a fundamental role in the field of innergrowth. Foster a school culture of respect and belonging. Inclusive education provides opportunities to learn about and accept individual differences, lessening the impact of harassment and bullying.

It helps to develop friendships with a wide variety of other children, each with their own individual needs and abilities.

 

If you are a teacher and you want to host our project in your school, for information  you can contact me: tuconimieiocchi@gmail.com

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Convegno sulle Distrofie retiniche – Torino 17.02.2018

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Sabato 17 febbraio, presso l’ospedale Mauriziano di Torino, si è tenuto un importante convegno organizzato dall’associazione Retina Italia e dall’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) di Torino. L’incontro si intitola “Distrofie retiniche: i passi della ricerca per una soluzione futura. Le norme, i servizi e gli aiuti per vivere oggi”.

Per chi non ha potuto partecipare al convegno  e per coloro che, pur avendo partecipato vogliono rivedere e riascoltare gli interventi, sono stati pubblicati i video sul  blog di Retina Italia.

Buon ascolto e buona visione

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Una tecnologia rivoluzionaria per la prevenzione della cecità

Intelligenza artificiale il prossimo passo nella Diagnostica
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La società IDx sta rivoluzionando la tecnologia sanitaria creando dispositivi medici di prossima generazione in grado di rilevare automaticamente la malattia degli occhi tramite le immagini retiniche. Queste diagnosi possono già essere riscontrate presso  l’ambulatorio del medico di base.

Nei prossimi 20 anni si stima che nel mondo, l’85% dei 415 milioni di pazienti affetti da diabete svilupperà una retinopatia diabetica (DR). Per evitare la perdita devastante della vista, lo screening per DR è diventato una parte fondamentale nella gestione del diabete.

IDx-DR è una soluzione algoritmica avanzata per il rilevamento della retinopatia diabetica e dell’edema maculare diabetico. Creato attraverso la combinazione di analisi di immagini classiche, tecniche di deep learning e competenze oftalmiche, IDx-DR fornisce risultati rapidi e affidabili attraverso Secure Cloud (protezione dati) per consentire lo screening DR nelle prime linee di cura.

Questa tecnologia è stata sviluppata basandosi sulle conoscenze degli specialisti leader della retina a livello mondiale. Gli algoritmi IDx esaminano le immagini per specifiche caratteristiche della malattia, proprio come farebbe un dottore oftalmologo.

La compagnia di Iowa City ha creato un “dispositivo rivoluzionario” per combattere la cecità Incrementando la diagnosi precoce

Questa tecnologia è destinata all’uso ambulatoriale dei medici di base. Gli Optometristi, oftalmologi e specialisti della retina sono qualificati per diagnosticare la retinopatia diabetica, ma è fondamentale la diagnosi precoce della malattia.

Per il presidente e fondatore della società IDX, il dott. Michael Abramoff, usare la tecnologia artificiale per combattere la retinopatia diabetica, è qualcosa d’ indispensabile da attuare in questi anni.

Questi sono stati gli obiettivi perseguiti durante la ricerca:

  • FAR GUADAGNARE TEMPO AI  PAZIENTI SULLA MALATTIA
    Consentendo uno  screening tempestivo più vicino a casa, capillare sul territorio.
  • CURA PIÙ COMPLETA
    Espandendo la possibilità di diagnosi  ai medici di  base della medicina generale
  • IMPEDIRE LA CECITÀ
    Incrementando la diagnosi precoce della malattia trattabile. 
“Vedo pazienti che hanno questa malattia e che purtroppo molte volte viene loro diagnosticata tardi, o troppo tardi. Penso che se solo fosse stata individuata prima, avremmo potuto fare molto per prevenire il peggio”,  dice il dottor Abramoff.

Più di 30 milioni di americani hanno il diabete e circa 24.000 di essi perdono la vista ogni anno. La principale causa di questa cecità è la retinopatia diabetica.

IDX ha creato un dispositivo in grado di rilevare autonomamente la malattia, semplicemente scattando alcune foto dell’occhio. Questa tecnologia è basata sul confronto e l’utilizzo di milioni di foto di retine con e senza la malattia.

“Sto essenzialmente automatizzando quello che faccio col mio lavoro di specialista”, dice il dottor Abramoff.

Il Dott. Abramoff afferma che molti pazienti non hanno l’abitudine d’ includere la visita di un oculista nei controlli annuali presso il medico di base.

“Attualmente le percentuali dei controlli oftalmici sono terribilmente bassi, meno del 50% in molti casi, spesso anche più basse nelle popolazioni rurali o sottoservite”, ha dichiarato John Casko, Vice Presidente del Business Development di IDX. “In questo progetto stiamo trasferendo la conoscenza esperta di uno specialista della retina, in questa tecnologia, per metterla a disposizione nelle prime linee di cura”.

Ciò significa che un medico di base ha bisogno solo di un training di quattro ore per essere in grado di utilizzare il dispositivo. Un paziente può essere sottoposto all’esame mentre viene monitorato per altre cure preventive.

Il dispositivo è stato sottoposto a test clinici e i dati sono stati inviati alla FDA.

* I prodotti IDx ancora non sono stati approvati dalla FDA e non sono attualmente in vendita negli Stati Uniti. IDx-DR ha ricevuto l’autorizzazione come dispositivo medico di classe 2 in vendita nell’Unione europea.

L’amministrazione lo ha etichettato come “dispositivo rivoluzionario”, il che significa che dopo il controllo otterrà una certificazione rapida.

IDX spera di avere una risposta dalla SDA entro i prossimi mesi.

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Microsoft Soundscape aiuta le persone ipovedenti a navigare nelle città

Nuova app Soundscape di Microsoft
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Microsoft ha appena lanciato Soundscape, una nuova app per iOS che mira a offrire alle persone non vedenti o ipovedenti una maggiore consapevolezza del proprio ambiente utilizzando segnali 3D per navigare nelle città. Usando il GPS e la bussola incorporata nel telefono, l’app può dirti dove sei, cosa ti circonda e cosa ti sta di fronte.

Vale la pena sottolineare che l’app non vuole sostituire né il cane guida né il bastone bianco. Invece, vuole arricchire la percezione della persone di ciò che li circonda. D’altronde un cane guida non può dirti che il tuo negozio preferito è dietro l’angolo se ti trovi in una città sconosciuta o in quale strada ti trovi. Con l’app, gli utenti possono impostare beacon audio per destinazioni e punti di riferimento. Utilizzando il GPS e la bussola incorporata nel telefono, l’app genera quindi i segnali audio spaziali. I dati di mappatura sono forniti da OpenStreetMap.

“Evitare un ostacolo non è un problema, abbiamo il cane, il bastone e le nostre capacità sensoriali per questo”, ha detto oggi Erin Lauridsen, direttore della tecnologia di accesso, LightHouse for the Blind a San Francisco. “Il divario è sapere dove sono le cose e essere in grado di decidere ciò che interessa”.

L’app offre tre modalità: “locate” ti dice dove sei, “intorno a me” chiama quattro posti di interesse intorno a te e “ahead of me” fornisce i nomi di cinque posti di riferimento di fronte a te.

Se alcuni di questi sembrano familiari, probabilmente è perché Microsoft ha lavorato a questo progetto già da un po ‘di tempo. Nel 2014, il team stava lavorando con i telefoni Windows Phone e stava sperimentando con cuffie con conduzione ossea. A quel tempo, Microsoft sperava anche di utilizzare sensori e beacon nelle città per fornire informazioni aggiuntive come gli orari di arrivo degli autobus. Oggi, Windows Phone non esiste più e l’esigenza di utilizzare una cuffia a conduzione ossea è stata rimossa, ma l’idea generale alla base di Soundscape è sempre rimasta la stessa.

Se vuoi vedere l’applicazione in azione, dai un’occhiata a questo video (e indossa le cuffie per ottenere gli effetti audio 3D).

“Il paesaggio sonoro riempie una grande quantità della mappa mentale mentre ti muovi, rendendoti facile e senza intoppi sapere cosa c’è intorno a te”, sottolinea Erin Lauridsen di Lighthouse for the Blind a San Francisco. Microsoft Soundscape è un progetto di ricerca che esplora l’uso di segnali audio 3D per aiutare a costruire una conoscenza più completa dell’ambiente circostante.

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I coltelli e il loro uso

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Usare i coltelli quando si è affetti da ipovisione è una grande sfida, qui  vi parlerò dei coltelli e delle alternative da usare per la propria sicurezza ed evitare il più possibile il suo utilizzo.

il coltello può esservi amico o nemico, quindi bisogna averne sempre un grande rispetto e non distrarsi mai durante l’operazione del taglio degli alimenti.
Naturalmente io non conosco lo stato e grado del vostro deficit visivo, sta a voi in base ai limiti della vostra patologia scegliere quale adottare per la propria sicurezza.

La scelta del coltello. E’ utile e più sicuro per chi ha problemi di vista, usare coltelli piccoli e a lama non eccessivamente lunga, questo per permettere un maggiore controllo nella fase del taglio.
Evitare di usare coltelli con la punta in quanto prima o poi capiterà di infilzarvi una mano.

Un coltello con l’impugnatura giusta, la forma corretta per l’uso che ne dobbiamo fare e il filo perfetto ci permetterà di fare minor sforzo ed avere minori probabilità di tagliarci.

Nonostante io abbia una buona scelta di coltelli a volte mi ritrovo ad usare un piccolo coltello dall’apparenza senza grandi caratteristiche, ma che poi mi ritrovo sempre in mano, questo per dire che la scelta è soggettiva.

REGOLE base DI SICUREZZA

  • Conservare i coltelli dentro  un ceppo di legno oppure riunirli in un contenitore chiudibile tipo Tupperware.
  •  Non spostarsi mai per la cucina con il coltello in posizione orizzontale ma tenerlo lungo il proprio corpo verso il basso con la lama rivolta all’indietro.
  • Non lasciare mai dentro al lavello un coltello in attesa di essere lavato in un secondo tempo, lavarlo immediatamente ed asciugarlo, rimettendolo al suo posto
  • Se non potete lavarlo subito, isolatelo in un contenitore di plastica.
  • Inoltre esistono delle spazzole lavacoltelli che evitano il contatto diretto con le dita, come il cutlery cleaner oppure usate una spazzola lunga tipo quella per pulire  i piatti  e passatela sulla lama con del detergente.

 

REGOLE sull’ Utilizzo

Se non vi sentite sicuri, per proteggervi le mani ci sono diversi ausili, il più estremo ed efficace è l’uso del guanto da taglio per la mano passiva (quella che non ha il coltello in mano per intenderci)

 

 

 

 

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Incontri nelle scuole

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Che si tratti di un compagno di classe che si trova nello spettro autistico, o di una persona amata, con distrofia muscolare, probabilmente nella vita di un bambino c’è qualcuno con una disabilità di cui vorrebbe poter  fare delle domande. Non importa quale sia la situazione, è importante essere preparati e affrontare la curiosità dei bambini riguardo alle disabilità nel modo più aperto e onesto possibile.

I bimbi  “Intrepidi” della scuola primaria di Sirmione – Lago di Garda

I bambini sono tutti simili in molti modi, e sono anche tutti diversi a modo loro.  È importante per loro comprendere che solo perché qualcuno non può fare qualcosa, non significa che lui o lei non possano eccellere in altre aree. Il progetto di Tu con i miei occhi tramite l’esperienza simulata della disabilità, stimola il bambino a chiedersi come si sentirebbe nei panni di qualcun altro, in che modo vorrebbe essere trattato, e di conseguenza suggerirgli che vale la pena trattare gli altri nello stesso modo come da lui desiderato. Imparare presto l’empatia è un’importante lezione di vita.

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Le attività della vita quotidiana di una persona cieca

Identificazione lattine
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Per i 314 milioni di persone con disabilità visive e i 45 milioni di individui ciechi nel mondo, sono numeri stimati dall’Organizzazione mondiale della sanità,  i compiti quotidiani che le persone che vedono danno per scontate, possono diventare sfide difficili. Dal vestirsi al mattino al cucinarsi la colazione, un cieco deve organizzare meticolosamente la sua vita per vivere in modo indipendente. Se ti stai occupando di una persona cieca, aiutarlo con un atteggiamento pro-attivo nelle sue attività di vita quotidiana, può dargli più fiducia nel cercare di vivere in modo indipendente e nell’organizzare la sua vita.

Vestirsi e aver cura della propria persona

Se ti occupi di una persona cieca, una delle abilità di base che devi stimolare è la cura di sè per avere un bell’aspetto, per vestirsi dignitosamente e soprattutto la sua cura personale. Un individuo cieco probabilmente vorrà occuparsi di fare la doccia, la rasatura e altro in privato, quindi aiutarlo ad organizzare e posizionare gli strumenti giusti negli stessi posti, dove ogni giorno può semplificare la sua routine, è preziosissimo. Organizza il suo armadio, io personalmente per il mio, ho optato delle scatole con etichetta dove tutto è diviso per tipo e colore. Cercate insieme i vestiti che usa più frequentemente e posizionateli in modo facilmente accessibile. Se necessario, in base alla sua capacità, riponi gli indumenti la sera prima in modo che la lui o lei possa vestirsi da solo, rispetta i suoi tempi.

Cucina e organizzazione

La cucina può sembrare un posto minaccioso per i ciechi, motivo per cui la sicurezza è della massima importanza quando ci si prende cura di un individuo cieco o ipovedente. La scelta di utensili con impugnature ampie e morbide può rendere più comodo a un cieco il taglio e il consumo del pasto. Uno sforzo per organizzare la cucina in modo che gli oggetti siano sempre nello stesso posto, può aiutare a trovare facilmente determinati oggetti in cucina. Fare il lavoro di preparazione può anche aiutarlo ed incoraggiarlo ad essere indipendente. Lascia in frigorifero frutta e verdura con etichette braille o immagini in rilievo che rappresentano il cibo all’interno dei contenitori.

Tecnologia e comunicazione.

Una persona cieca diventa più abile nel trattare  la sua condizione, se si introduce la tecnologia per la comunicazione nella sua vita. I programmi dei computer per non vedenti utilizzano la voce e il suono per leggere le pagine Web, così come la dettatura vocale per la scrittura oppure le tastiere in Braille rendono facile tenersi in contatto via e-mail. Esistono classi e seminari per aiutare i ciechi ad imparare come utilizzare agevolmente la tecnologia nelle loro vite. Ciò consente anche importanti opportunità d’interazione con le persone della società, sia cieche che vedenti, per mantenere una vita sociale sana.

Trasporti

I trasporti e gli spostamenti possono essere una sfida seria nella vita di un individuo cieco. Se la persona di cui ti occupi usa un bastone, un cane guida o altri strumenti, usare i mezzi pubblici e fare una semplice passeggiata possono diventare un lavoro ingrato. Iniziate a fare viaggi frequenti e semplici in giro nelle zone limitrofe della propria abitazione può aiutare la persona a sentirsi più a suo agio nel muoversi in città Prova a lasciare che sia lui a scegliere il percorso il più spesso possibile, intervenendo solo se la sua sicurezza è in pericolo. Questo gli darà sicurezza e capacità di viaggiare senza un accompagnatore.

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Tre motivi per cui vale la pena fare un check-up annuale agli occhi

Medico oculista visita una paziente
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E’ consuetudine credere, che gli esami oculistici di routine siano solo per le persone che hanno una vista non perfetta, questo è un equivoco che potrebbe essere dannoso per la salute della vista. Secondo gli optometristi della Reed Eye Associates di Rochester, NY, è importante pianificare un esame della vista almeno una volta all’anno per mantenere gli occhi sani.

Come possono gli esami oculistici annuali aiutarci a mantenere gli occhi sani

1. Valutazione della tua vista.

Il motivo principale per un esame oculistico è che il medico valuti la tua visione e determini se hai bisogno di una nuova prescrizione. Una cattiva visione porta  a sintomi come emicrania ed affaticamento, che possono avere un impatto negativo sulla produttività e causare problemi al rendimento scolastico dei bambini. I bambini non conoscono quanto e come devono vedere, per cui se non vedono troppo bene, non se ne possono neanche lamentare. L’apparato visivo del bambino si sviluppa entro i 6- 8 anni di vita, un difetto di vista non corretto o uno strabismo non corretto entro quest’età spesso non sarà più correggibile in futuro.

2. Come gli esami oculistici annuali aiutano a mantenere gli occhi sani

Le malattie oculari gravi come il glaucoma e la cataratta possono svilupparsi nel tempo e raramente mostrano sintomi evidenti nella fase iniziale. Se non vengono trattati precocemente, possono causare il degrado degli occhi e l’eventuale cecità. Esami oculistici di routine sono il modo più efficace per rilevare questi problemi e ottenere il trattamento adeguato.

3. Scoprire condizioni mediche gravi

Oltre a controllare le malattie degli occhi, un esame oculistico può anche rilevare gravi condizioni mediche che influenzano la vostra salute in generale, come il diabete, l’ipertensione e i tumori cerebrali. Attraverso la diagnosi precoce, il tuo oculista può indirizzarti da uno specialista  in modo da poter ottenere il miglior piano di trattamento.

Pianificare un esame oculistico annuale e fissare un appuntamento, tra cui lo screening della vista, eventuali procedure chirurgiche oppure  prescrizioni per nuove lenti , aiutano i pazienti a mantenere gli occhi sani.

Perché dovrei fare l’esame della vista da un oculista e spendere 100/150 euro quando in quasi tutti i centri commerciali ci sono negozi di ottica che fanno la visita gratuitamente? Quali differenze vi sono?

L’ottico non è un medico; può misurare la vista e in alcuni casi, quando è scrupoloso ed esperto, può ipotizzare la presenza di problemi che impediscano la visione ottimale con la migliore correzione, ma non è in grado di formulare alcuna diagnosi di certezza e, proprio in quanto non medico, non può somministrare alcun farmaco nemmeno sotto forma di collirio, tra cui quello per dilatare la pupilla, indispensabile per il corretto e completo esame della retina.

La competenza dell’ottico si esaurisce nella valutazione della capacità visiva e nella determinazione della migliore correzione con la quale raggiungere la miglior qualità visiva; tuttavia, di fronte a qualsiasi impedimento in questo senso, interviene il medico oculista. Anche in caso di visione ottimale inoltre, possono esistere vizi refrattivi (come l’ipermetropia soprattutto nei bambini) che vengono compensati dal paziente che è così in grado di raggiungere la migliore capacità visiva, al prezzo di uno sforzo accomodativo che può provocare affaticamento e cefalea.

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Il famoso fotografo britannico David Katz ha nascosto il suo stato di cecità per oltre 30 anni

Il fotografo legalmente cieco David Katz
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David Katz, fotografo acclamato, ha nascosto la sua disabilità visiva ai colleghi per decenni mentre scattava le sue famose immagini. Una stupefacente storia di trionfo sulle avversità, oggi è un film.

  •  David Katz ha una condizione genetica caratterizzata da una mancanza di pigmentazione nell’iride.
  • Non riesce a vedere nessuna lettera sul tabellone dell’ottico e fatica a percepire la profondità.
  • Eppure ha iniziato a fotografare gli  eventi di sport locali al Fleet Street, il londinese ha avuto la sua grande occasione al Daily Mail a 19 anni.
  • Ha catturato molti volti famosi in 32 anni di carriera, tra cui la famiglia reale.
  • Una delle sue foto più famose fu lo streaker del Lord’s Cricket Ground del 1989.
  • David ha appreso un certo numero di “trucchi” per mantenere la sua cecità segreta ai colleghi.
  • Rivela come la tenace fede dei suoi genitori in lui lo abbia spinto ad avere successo.

Molti avranno visto i sui lavori sulla stampa nazionale e internazionale britannica nel corso degli anni. Ma pochi sanno che David Katz, il fotografo dietro quelle immagini sorprendenti, è legalmente cieco. David è diventato uno dei migliori fotografi sportivi del paese all’età di 20 anni e ha continuato a catturare gli scatti di molti volti famosi negli ultimi tre decenni, tra cui la Regina Elisabetta, la principessa Diana, Michael Jackson e Elton John.

Uno scatto di David Katz: la Principessa Diana

A partire dalla tenera età di 18 anni, la sua carriera giornalistica iniziò al Daily Mail nel 1985 e alla fine lo vide diventare il fotografo ufficiale della campagna per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

Una delle sue immagini più famose era quella di Sheila Nicholls che si stagliava sul Lord’s Cricket Ground il 29 maggio 1989. Questo scatto apparve sulla prima pagina del Mail il giorno successivo.

Un’esibizionista nuda durante una partita: uno scatto di David Katz

E’ sorprendente,  che nessuno si rese conto – né i lettori, né i suoi stessi colleghi e capi – che la vista di David fosse sfocata e che si mettesse a fuoco solo guardando attraverso l’obiettivo di una telecamera.

Temendo che la sua disabilità limitasse la sua carriera, David, 51 anni, prese la decisione di tenerlo nascosto a quasi tutti quelli che lo conoscevano fino ad oggi. Oggi  parla in esclusiva a MailOnline della sua straordinaria storia di vita che è stata trasformata in un film intitolato “Through My Lenses”.

A tre mesi, David, o Katzy come era soprannominato, gli è stato diagnosticato un albinismo oculare, una condizione genetica caratterizzata da una mancanza di pigmentazione nell’iride. Ciò causa grave mancanza di nitidezza della vista e problemi ad entrambi gli occhi per la percezione della profondità (visione stereoscopica). Soffre anche di astigmatismo (visione offuscata), nistagmo (movimento oculare involontario) e strabismo (disallineamento degli occhi che influenza l’equilibrio).

Ma come ha fatto a nascondere tutto questo? David rivela con dettagli accurati quello che ha dovuto fare per mascherare la sua disabilità e rivela ciò che lo ha spinto a raggiungere l’apparentemente l’impossibile – l’amore dei suoi genitori e la ferma convinzione di credere  in lui.

Non esiste la parola “non si può’
Appassionato di calcio, David scoprì da bambino che poteva guardare le partite meglio con l’uso del binocolo, poiché l’obiettivo minimizzava alcuni dei problemi derivanti dalla sua menomazione.

Aveva sette anni quando suo padre Tally, gli comprò la sua prima macchina fotografica. “Da quel momento in poi sono stato semplicemente conquistato”, ci ha detto. “Avere la fotocamera davanti lla mia faccia e guardare attraverso il mirino mi ha permesso di vedere le cose esattamente nel modo in cui potevo vedere le cose nella mia mente.”

All’età di 15 anni,  tornando nella sua casa di Ilford, a est di Londra, da una vacanza in Israele con la famiglia,  mostrò a suo padre le foto che aveva scattato durante il viaggio.

‘Mio padre ne  rimase davvero colpito e mi disse che avevo un vero occhio e talento. “Mia madre, Anita, anche lei mi ha sempre incoraggiato a non sentirmi mai frenato dalla mia disabilità. ‘Mi disse, “Non esiste la parola non si può.”

Dopo aver lasciato la scuola a 16 anni, David ebbe l’opportunità di acquistare una fotocamera migliore e continuare la fotografia come hobby.

Una volta acquistata la mia prima reflex 35mm, una Nikon EM, avuta nelle mie mani, non ci fu modo di fermarmi. Ho letteralmente fotografato tutto, dalle mollette dei panni ai piccioni nel giardino”. Più tardi quell’anno, il suo amato padre morì e David si assicurò il suo primo lavoro di fotografo al giornale locale. In seguito, con l’aiuto di un editore di riviste di calcio, riuscì ad ottenere un pass per la stampa alla sua prima partita dell’Arsenal come fotografo accreditato.

“Sono passato da tifoso sulle tribune ad essere dentro il campo con i calciatori che avevo idolatrato da bambino “.

La grande occasione
Non contento più delle notizie locali, David lasciò il lavoro in amministrazione e iniziò a bussare alle porte dei giornali nazionali britannici.
A 19 anni, gli fu dato un’ occasione dall’editor delle immagini del Mail, Harry Mann, che superò a pieni voti.
A quel tempo gli uffici del giornale si trovavano nella leggendaria Fleet Street, nel cuore della capitale. “Mi guardo indietro e penso di non avere avuto idea di che opportunità sia stata lavorare al Daily Mail in così giovane età “.

David rimase al Mail per quattro anni, poi al Daily Mirror tra il 1989 e il 1993. Alcuni dei molti volti famosi che ha scattato nel corso degli anni includono una serie di star dello sport tra cui Gary Linekar, Ian Botham, Paul Gasgoine e Wayne Rooney. Ha anche fotografato Amy Winehouse e Tony Blair.

David Katz con l’allora Primo Ministro Tony Blair

la Regina Elisabetta II, in uno scatto di David Katz

Superare le sfide
Comunque, nonostante avesse raggiunto i vertici del suo lavoro , nessuno, tranne la famiglia e gli amici   più vicini a David, aveva idea della sua cecità.
‘Posso vedere solo in una dimensione’, ha spiegato. “Quando vado dagli ottici e ti fanno un esame visivo, posso solo vedere che c’è una lavagna.
“In una buona giornata, potrei riuscire a distinguere la prima lettera. Molte cose influiscono su quanto riesca a vedere, il livello di luce del sole, se sono stanco o stressato per esempio.
‘Non sono un cieco che vede nero , riesco a distinguere le forme. La lotta  con la percezione della profondità  è stata la mia vera sfida. ”
Ma non osava dirlo ad anima viva, nella convinzione che avrebbe seriamente ostacolato la sua carriera.

“La concorrenza in un settore come questo è notoriamente feroce”, ha spiegato. “Avevo paura che i miei colleghi potessero usare la mia cecità per svantaggiarmi. Per compensare i suoi limiti, David ha studiato e affinato il suo mestiere con dedizione incrollabile.

Ha sviluppato la reputazione di essere sempre in prima linea nell’azione, invece di restare nelle retrovie con un teleobiettivo, come tanti suoi pari. “Ero determinato a non sentirmi mai dire:” Hai perso un momento incredibile perché non l’hai visto “, ha spiegato. “Con la streaker (esibizionista nuda) di Lord’s nel 1989, sono riuscito a cogliere il momento   perché stavo davanti in prima fila, e non mi sono perso lo scatto “.

E naturalmente la sua carriera è iniziata nei “bei tempi andati” quando si sviluppavano i rullini nella camera oscura e prima delle fotocamere digitali. Nel lavoro, David ha ampliato  un certo numero di “trucchi”, cosicché i suoi colleghi e capi non hanno mai scoperto il suo segreto.

“Poi, quando le macchine fotografiche sono diventate digitali, ho memorizzato tutti i pulsanti e le scorciatoie su un laptop e in Photoshop, in modo che potessi usarli in mezzo  alle persone senza mollare il colpo e dover usare ausili.

“Oggi è diventato tutto molto più facile con la tecnologia se hai problemi alla vista, perché è possibile ingrandire con l’iPad, ad esempio.”

Ispirare gli altri
La carriera di David negli ultimi anni lo ha visto lavorare su vari  documentari e mostre, e ha lavorato a Londra al Jewish News per quasi un decennio. Emigrato a Tel Aviv nel 2007, è stato impiegato presso il The Jewish Chronicle per quasi un decennio ed è stato il fotografo del Primo Ministro per le elezioni nazionali dal 2009 al 2013.

La decisione di David di “uscire dallo stanzino”, come dice lui, è mossa dal desiderio di ispirare chiunque altro con  disabilità a non lasciarsi condizionare.

“Direi che sono un fotografo migliore in conseguenza della mia disabilità, e non a dispetto di ciò.”

“Suppongo di aver avuto bisogno di raggiungere un certo punto della mia carriera prima di sentirmi sicuro di rivelare la mia cecità, e ora che il mio talento e la mia esperienza sono provati, non ho nulla da perdere”.

“Spero che chiunque altro con una disabilità riesca a vedere quello che sto facendo e si senta motivato a perseguire i propri sogni, non importa quanto irraggiungibili possano sembrare .”

 

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Dopo una pausa di 12 anni, l’ atleta Pam McGonigle può correre di nuovo grazie al suo cane guida

l’atleta Pam McGonigle corre con il suo cane guida, Maida
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Ha perso la vista, ma non il suo desiderio di correre. Ora lei è in grado di farlo di nuovo.

Pam McGonigle è stata contagiata dal virus della corsa quando arrivò al sesto posto nella sua prima gara.

Nel 1992, la runner ipovedente vinse l’oro nei 3000 m dei suoi primi Giochi Paraolimpici, e gareggiò nel 1996, nel 2000 e nel 2004. Ma quando divenne sempre più difficile trovare guide per allenarsi, McGonigle si arrese e abbandonò la corsa. Ma non è stata una decisione facile sotto tanti aspetti.

“Ci vuole molto lavoro e tempo extra, che un atleta non vedente deve mettere in campo per far combaciare le cose”, ha detto McGonigle a Runner’s World per telefono. “Nonostante gli sforzi e l’energia  impiegati,  ad un certo punto non riuscivo più ad ottenere  così tanti risultati.

“Come ho detto, ‘Ho avuto una carriera di successo come atleta paraolimpico, ho girato il mondo per rappresentare gli Stati Uniti e ho avuto risultati fantastici, ma  non riuscivo a trovare le guide, quindi il mio tempo era finito’”.  “Adoro così tanto correre. È stata una parte di me e lo sarà per sempre, ed è ciò che mi dà il  fuoco, il mio focus e la fiducia in me stessa. Non è che volessi andare in pensione, ma ho dovuto. “

La 49enne residente a Ardmore, in Pennsylvania, non avrebbe mai pensato che sarebbe tornata a correre 12 anni dopo. Ma nell’aprile 2016, è stata in grado di fare di nuovo ciò che amava, grazie a un pastore tedesco di 3 anni di nome Maida.

La McGonigle ha ottenuto il suo primo cane guida dalla  Guiding Eyes for the Blind nel 2008, e quando il cane si stava preparando per andare in pensione e ne avrebbe avuto bisogno di uno nuovo, l’organizzazione le ha chiesto se era interessata al loro nuovo programma Cani Guida per Runner.

“Ho detto che lo ero, ma prima di tutto, che avevo bisogno di un cane che potesse guidarmi giorno dopo giorno dato che sono una persona piuttosto attiva”. “Mi stupisce che io abbia detto ciò. Penso che mi stavo proteggendo perché non volevo mettermi a pensare, “Oh, bene, correrò di nuovo’ ma alla fine non accadrà in realtà. “

Guiding Eyes for the Blind assegna i cani alle persone in base alla quantità di  lavoro di guida regolare di cui hanno bisogno: la corsa è secondaria. Perché McGonigle è molto attiva durante il giorno, come andare al lavoro o andare alla scuola di suo figlio, la personalità ad alta energia di Maida era perfetta per lei. Ma McGonigle era ancora un po ‘cauta fino a quando non si accorse che il pezzo mancante del puzzle avrebbe funzionato. E due mesi più tardi, quando i rappresentanti del Nuovo Programma Guida alla Corsa arrivarono per addestrare la coppia a correre insieme, McGonigle era certa che Maida fosse il cane per lei.

“Ero molto nervosa la prima volta che abbiamo corso insieme perché volevo che la gara fosse un successo”, ha detto. “Ero molto tranquilla e non ho detto nulla, ma in realtà ero così estasiata che stavo davvero correndo di nuovo e che questo avrebbe funzionato. Ma non volevo mostrarlo. “

Ma non ci volle molto perché la gioia di McGonigle diventasse evidente.

“Quando siamo tornati a casa dopo, mio marito ci ha guardato e ha detto che sembravamo entrambi così felici. Anche Maida stava sorridendo. “

Dopo un paio di corse con un trainer di Guiding Eyes, la coppia ha avuto il diritto di correre in modo indipendente, e ora corrono regolarmente fino a 12 miglia alla volta, cinque o sei giorni alla settimana, con una media di 8 minuti per miglio. Ad ogni modo, McGonigle presta molta attenzione al carico di lavoro di Maida e diminuisce il loro chilometraggio di marcia se hanno una giornata particolarmente impegnativa per altre attività.

“Ho avuto la fortuna di essere abbinata a un cane che ama correre, e in realtà sento che la corsa la rende una guida migliore durante il nostro lavoro quotidiano”, ha detto. “È incredibile avere questo dono.”

McGonigle non solo ha fatto marcia indietro sulla sua decisione, ma lo ha fatto in un modo che non ha mai avuto prima. Perché non c’era mai stata una guida umana che vivesse con lei 24 ore su 24, 7 giorni su 7, non poteva mai uscire dalla sua porta e iniziare a correre. Maida rende oggi tutto questo possibile.

E un cane dà tanto feedback quanto una persona, solo in un modo diverso.

Quando la mia mano è sulla sua bardatura, posso sentire Maida quando e dove si guarda intorno”, ha detto McGonigle. “Sia che stia cercando dove andare dopo, o se vede qualcosa, posso percepire attraverso l’imbracatura l’angolo in cui si trova”.

Ora  hanno raggiunto il punto in cui possono partecipare nelle corse di gruppo e Maida può correre con successo con un gruppo di corridori, McGonigle ha iniziato a pensare di correre con lei.

” Devo essere attenta nello scegliere la gara adatta. Un corsa con i concorrenti troppo vicini non sarebbe una buona idea per farla entrare, quindi dovrò solo essere saggia riguardo alla mia scelta in tal senso, in modo che possa funzionare. “

Ma McGonigle ha piani concreti per gestire la North Face 50-Miler il prossimo maggio a Bear Mountain State Park a New York. Sebbene la distanza sia eccessiva per Maida, non è troppo per l’allenatore dei Guiding Eyes e per l’ultrarunner Nick Speranza, che si è offerto di essere la guida di McGonigle per la gara. Tuttavia, Maida aspetterà al traguardo.

La McGonigle dice che per Maida non è importante che sia coinvolta in una corsa con lei, ma non potrà essere mai abbastanza grata di essere stata accoppiata ad un cane che ami correre tanto quanto lei.

“Maida ama correre, quindi è proprio come me in quel senso. E’ la sua dimensione giusta. Correre la diverte e la rilassa ed è fantastico perché è così anche per me. “

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Migliorare l’indipendenza in casa con la tecnologia Smart Home

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Questa tecnologia può aiutare le persone non vedenti o ipovedenti ad aumentare l’indipendenza all’interno della casa.

La smart home è, per definizione una casa intelligente, che sfrutta un impianto integrato di tipo domotico per migliorare il comfort, la sicurezza e i consumi di chi vi abita.

Il sistema centralizzato della smart home consente agli utenti di gestire diverse funzionalità interne alle mura domestiche, di attivare o disattivare i dispositivi presenti, di ottimizzare i carichi energetici e di creare scenari su misura, sulla base delle proprie preferenze e abitudini.

La tecnologia Smart Home non è solo per l’intrattenimento. Questa tecnologia può aiutare le persone non vedenti o ipovedenti ad aumentare l’indipendenza all’interno della casa.

Un articolo di Optometry Times sottolinea come la tecnologia domestica intelligente possa aiutare le persone con problemi alla vista, sottolineando che l’ultima tecnologia convenzionale include funzioni di accessibilità già integrate. Questa nuova tecnologia non esclude le persone con disabilità visto che fra gli articoli più popolari acquistati lo scorso anno, sono inclusi i dispositivi per la casa intelligente come gli altoparlanti intelligenti di Google Home e Amazon Echo ( Amazon Echo è un altoparlante vivavoce che controlli con la tua voce. Echo si connette all’Alexa Voice Service per riprodurre musica, porre domande, effettuare chiamate, inviare e ricevere messaggi, fornire informazioni, notizie, risultati sportivi, meteo e altro ancora. Tutto quello che devi fare è chiedere.)

Oltre a riprodurre musica, gli altoparlanti intelligenti sono a comando vocale e possono essere utilizzati come assistenti personali, consentendo agli utenti di effettuare ricerche su Internet, impostare allarmi, creare elenchi, controllare dispositivi e riprodurre audiolibri. Per la maggior parte delle persone, queste funzioni sono semplicemente finalizzate al divertimento, ma per le persone con una visione limitata, con altro tipo di disabilità o che sono anziani, la tecnologia della casa intelligente può significare molto di più, aumentando l’indipendenza all’interno della propria casa.

Come con qualsiasi tipo di tecnologia, ci vuole tempo perché sia largamente conosciuta e utilizzata e non sorprende che le persone che vivono nelle aree urbane e i millennials  , siano state le più veloci ad adattarvisi. Tuttavia, molti negozi dispongono ora di dispositivi domestici intelligenti e nel 2020 si stima che ci saranno più di 26 miliardi di dispositivi connessi.

L’idea di avere una casa intelligente non è nuova, poiché l’articolo sottolinea che i dispositivi di rilevamento delle cadute per gli anziani hanno iniziato a essere utilizzati già dalla fine degli anni ’90 ai primi anni del 2000. Le case che incorporano la tecnologia della casa intelligente possono avere dispositivi che migliorano l’efficienza energetica, come i termostati programmabili o le tende automatiche o che possono essere rese più sicure con l’uso di sistemi di sicurezza. Questi dispositivi possono includere telecamere e alcuni hanno una tecnologia che può aiutare gli anziani o chiunque con problemi d’ instabilità a stare in piedi, nel rilevare una caduta. L’ambiente domestico può essere migliorato con l’illuminazione o la musica ed è persino possibile cambiare il colore dell’illuminazione interna in base alle condizioni meteorologiche. Gli assistenti domestici intelligenti offrono praticità e possono monitorare i materiali di consumo, informando la casa quando qualcosa deve essere sostituito. Le liste della spesa possono essere facilmente create a voce. La tecnologia Smart Home consente agli utenti di controllare la TV e riprodurre musica.

La maggior parte delle volte che si impostano questi dispositivi è semplice ed è l’ideale per chiunque abbia una disabilità o che non abbia molto know-how tecnologico. Diversi negozi offrono inoltre assistenza a domicilio per impostare questi dispositivi.

Improving Independence for People with Disabilities with Smart Home Technology

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Tecnologia “beacon”, guida per ciechi e sistema di conteggio turisti: tutto in un’app

sperimentazione con tecnologia beacon
Itinerario di sperimentazione con tecnologia beacon
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Con un sistema di scambio di segnali via Bluetooth, i non vedenti riceveranno informazioni su punti d’interesse ma anche su eventuali ostacoli: sabato a San Marco la sperimentazione.

L’utilizzo dei “beacon”, lo riportano i quotidiani locali, avrà almeno due scopi principali: essere d’aiuto a non vedenti e ipovedenti nei loro movimenti attraverso la città e regolamentare in modo efficace l’afflusso dei turisti in entrata e in uscita da Venezia. Ma cosa si intende con “beacon”? Si tratta di una tecnologia basata sul Bluetooth, che consente di collegare due dispositivi in modo che possano trasmettere e ricevere piccoli messaggi entro brevi distanze. In poche parole, consiste di due parti: un presentatore (un dispositivo beacon) e un ricevitore (un’app per smartphone), il primo comunica informazioni al secondo grazie a un semplice paio di cuffiette audio.

Sabato mattina quattro cittadini non vedenti hanno partecipato alla sperimentazione del sistema, percorrendo il tratto dalle colonne del Todaro al museo Correr, cercando di orientarsi solo grazie all’utilizzo dell’app sviluppata dalla società A4Smart, con la collaborazione della londinese Wayfindr e dell’Università degli Studi di Milano. Lungo il percorso è stata posizionata una rete di “beacon” che indicava agli utenti ostacoli da evitare (cose e persone) ma anche luoghi di interesse con relativa descrizione storica e culturale: una guida turistica digitale a tutti gli effetti.

Ma le capacità dei “beacon” non si limitano alla trasmissione del segnale, anche la ricezione è infatti possibile, e proprio in virtù di questa seconda funzione gli sviluppatori prevedono un utilizzo legato anche al conteggio dei turisti. In che modo? La rete di “beacon” riceverà segnali Bluethoot dalle persone di passaggio e li ritrasmetterà a una centrale operativa che potrà così stabilire il preciso numero di persone in una determinata area.

Questa tecnologia, la cui sperimentazione è stata condotta a Venezia per la prima volta in Italia, è tanto utile quanto accessibile, visto il prezzo modico che corrisponde a qualche decina di euro come spesa media per utente. Per di più una sua effettiva applicazione – specie in contesti come stazioni ferroviarie e terminal aeroportuali – rappresenterebbe un passo positivo verso le richieste dell’Unesco, che ha preteso dal capoluogo lagunare una regolamentazione efficace dell’afflusso turistico.

Articolo originale su Venezia Today leggi qui

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Allarme miopia: computers e smartphone ci tolgono la vista

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Un’epidemia globale di cecità è imminente se non aiuteremo i bambini a cambiare le loro abitudini.

Oggi nel mondo ci sono davvero miliardi di smartphone, tablet e personal computer. Sempre piu’ ragazzi si avvicinano al mondo digitale, i social network, facebook, twitter, i tablet e i telefonini fanno parte ormai del nostro corpo come un braccio o una mano.

Gli smartphone vengono usati anche mentre si mangia, si è al lavoro o a scuola, ci si fa la barba o ci si trucca, per troppe ore durante la giornata.

Questa modernizzazione e digitalizzazione così rapida crea conseguenze: il 21% dei ragazzi tra 18 e i 25 anni è miope, e si prevede questa percentuale arriverà al 40% nei prossimio decennio.

I medici oculisti di tutto il mondo si sono allarmati come di fronte ad una vera e propria epidemia di miopia.

Il primo grido d’allarme è stato lanciato nel maggio 2012 da uno studio australiano pubblicato su The Lancet.

Lo studio, effettuato nell’Asia del miracolo economico (Cina, Giappone, Taiwan, Singapore, Hongkong, Corea del sud)  mostrava che alla fine del percorso scolastico addirittura il 90% dei giovani delle zone urbane non aveva più una perfetta acuità visiva, e presentava un qualche difetto visivo, prevalentemente una lieve miopia.

Nella miopia c’è naturalmente in ballo una predisposizione genetica.

Ci sono “famiglie di miopi”, e anche per questo vizio di rifrazione può essere applicato il famoso binomio eredità/ambiente.

Trascorrere tante ore al chiuso davanti al computer, navigare su internet, inviare sms e giocare ai videogames sono comportamenti che affaticano la vista dei nostri ragazzi e soprattutto dei nostri bambini.

Inoltre, l’utilizzo costante ed assiduo degli smartphone aggrava di certo la situazione.
La culla della miopia sono le civiltà che hanno sviluppato la scrittura (io affermo spesso: “dove c’e’ miopia c’e’ cultura…”).

L’evoluzione della specie umana non ce la fa a star dietro alla rapidissima evoluzione tecnologica. L’occhio umano non e’ stato in grado di evolversi così rapidamente, di adattarsi.

I nostri occhi sono fondamentalmente quelli di un uomo di 2000 anni fa, cacciatore e nomade, che utilizzava gli occhi soprattutto per vedere da lontano.

Oggi in Europa una persona su tre soffre di una miopia più o meno marcata, vale a dire che siamo arrivati ad una percentuale del 35% contro il 20% degli anni Settanta e il 10% degli anni 30.

Ma per il diffondersi così rapido della miopia è stata ipotizzata anche un’altra causa: la scarsità di luce naturale.

Due studi pubblicati su Ophthalmology (realizzati uno a Taiwan, l’altro in Danimarca) hanno mostrato che se i bambini trascorrono più tempo all’aperto si riduce il rischio di miopia, perché la dopamina, un neurotrasmettitore prodotto nella retina sotto l’effetto della luce naturale, gioca un ruolo cruciale nella buona trasmissione delle immagini al cervello, e sembra anche che sia in grado di evitare una crescita eccessiva dell’occhio dalla nascita ai 25 anni, il cosiddetto “occhio troppo lungo” che rende l’occhio miope.

I bambini quindi non devono rimanere a lungo in ambienti confinati sia in casa che nelle aule scolastiche. La luce naturale sicuramente previene la miopia. E aver ridotto gli intervalli e le uscite nei cortili per ricreazione contribuisce all’aggravarsi della situazione.

Un altro effetto spiacevole è causato dalla cosiddetta luce blu.

La luce blu è parte dello spettro solare e naturalmente viene diffusa dal sole, ma la luce artificiale, i Led, gli schermi degli smartphone, dei tablet, e altri videogiochi o gadgets riescono a emettere radiazioni Blu anche il 30% in piu’ di quella presente in natura.

La luce Blu ha una lunghezza d’onda corta e quindi una maggior frequenza ed energia, che provoca sfocatura e una riduzione di contrasto sulla Retina.

E’ stato dimostrato che la lunga esposizione alla luce blu che provoca rossore e irritazione agli occhi, secchezza, affaticamento e visione offuscata , oltre a mal di testa e a disturbi del sonno, con alterazione del ritmo sonno/veglia.

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